L’Argentina, abbondante in ricchezze paesaggistiche e culturali, è conosciuta per la musica, per il tango e per le deliziosi carni tipiche (asado), specialità indiscussa del gaucho.
Il gaucho non è altro che il mandriano a cavallo delle praterie argentine, l’esatto equivalente dei cow-boys nordamericani e dei butteri toscani. Nella letteratura e soprattutto nelle canzoni popolari è visto come un romantico seduttore, con nugoli di donne che gli cadono ai piedi ammaliate dal suo sguardo tenebroso, grande danzatore di tango, sempre vestito con il caratteristico – e apparentemente scomodissimo – costume: pantaloni neri molto ampi, cinturone, ovviamente stivali con speroni, camicia bianca, giacchetta corta, cappello a tesa rigida decorato d’argento e, ovviamente, scudiscio.
Il “Gaucho” ha il sangue miscelato da due culture; la spagnola e la indigena, e le ha fatto sviluppare, con il passare del tempo, una personalità forte e piena di energia che lo aiutaranno a lottare contro le avversità generate dalle sue mansioni , del clima e del territorio, sempre accompagnato dal suo inseparabile amico “Il Cavallo” fonte di inestimabile valore e orgoglio.
Il Gaucho passava (e passa tuttora) la maggior parte della sua giornata sulla sella cavalcando le immense praterie della pampa.
É Pilone fondamentale della vita in campagna, pastore in epoca di pace, e soldato in epoca di guerra. Diventerà leggenda grazie alle innumerevoli storie e infiniti canti che narrano le aventure nella pampa, del gaucho ed il suo cavallo.
Qualcosa di veramente straordinario è “La Payada” una sfida di due “Gauchos” in certe feste locali (chiamate Peña) usando come armi le chitarre e come munizioni i versi in rima, su temi a caso mai preparate in precedenza.